In rete spesso si trovano cose strane e a volte utili, come un condensatore variabile fatto con materiali di recupero.
Ne ho visti costruiti in molti modi, anche con due piatti di plastica, ma l’ultimo, fatto con un tubo di cartone e un pò di carta stagnola, mi ha incuriosito tanto da volerne fare uno per conto mio; il buon esito dell’esperimento mi ha convinto a voler condividere con voi l’esperienza.
La procedura è facile e i componenti facilmente reperibili.
Servono:
- del cartoncino sottile che costituirà la parte mobile. Io ho usato una cartolina presa all’università tra i vari volantini degli spettacoli teatrali. Una cartolina postale va bene lo stesso
- un supporto cilindrico che costituirà lo statore. Mi sono servito del rotolo di cartone della carta igienica. Consiglio vivamente di sostituirlo con un tubo di plastica per rendere il condensatore molto più solido
- un pò di carta stagnola per costruire le lamine
- due pezzi di filo elettrico. Più è sottile meglio è
- della colla
- forbici
- nastro adesivo
- eventualmente una penna per prendere le misure
Reperito il tutto si può iniziare il lavoro:
- prendere il cartoncino e ricavarne un rettangolo (DV in fig. 1) di lunghezza inferiore al diametro esterno del tubo/statore. La larghezza non è critica ma è bene fare in modo che sia superiore alla striscia di stagnola da applicarci successivamente (LV). In questo modo il cartoncino avanzato avrà la funzione di supporto per le dita che, non toccando direttamente la lamina mobile, non modificheranno la capacità del condensatore (fig. 5)
- tagliare una striscia di stagnola (LV) in modo che sia larga la metà di DV ed incollarcela sopra
- tagliare un altro pezzo di carta stagnola (LF) in modo che la lunghezza sia inferiore al diametro esterno del tubo. Se le due estremità venissero in contatto si creerebbe un corto circuito che impedirebbe al condensatore di caricarsi*. Anche in questo caso la larghezza non è critica anzi, più è larga la lamina e più sarà grande la capacità del condensatore
*come si può vedere nella prima foto LF ha la stessa lunghezza di DV. È stato un mio errore ed ha fatto sì che, una volta incollata allo statore, la distanza tra le due estremità sia di appena 1 mm (fig. 2). Il condensatore funziona lo stesso perché non vi è cortocircuito, ma è bene tagliarlo un pò più corto così da lasciare tra le due estremità 2 o 3 mm in più.
- incollare LF nella prima metà del tubo/statore. La foto riassume quanto detto finora:
- spelare un capo del filo e fissarlo a LF con del nastro adesivo
- ricavare due striscioline di cartone ed incollarle alle due estremità del tubo/statore. Serviranno a non far uscire la lamina mobile (DV) che andrà montata in seguito
- prendere DV e fissare un capo di un altro filo elettrico su LV
- avvolgere DV attorno al tubo/statore avendo cura di posizionare la striscia di stagnola nella parte superiore
- ricavare tre striscioline di cartone ed incollarle rispettivamente all’inizio, al centro e alla fine di DV. In questo modo la lamina mobile rimarrà avvolta intorno allo statore. Volendo si può avvolgere direttamente tutta la superficie di DV con il nastro adesivo (e forse è meglio). Anche qui la foto riassume quanto detto finora:
A questo punto il condensatore variabile è finito. Prima di misurarne la capacità consiglio di aspettare che la colla sia asciutta e verificare con un tester in modalità prova-diodi che la lamina dello statore e quella mobile non siano in contatto fra loro:
Qui si possono vedere i test fatti al prototipo. Con la lamina mobile completamente estratta la capacità è di circa 70 pF:
con la lamina parzialmente inserita la capacità è di circa 150 pF:
ed infine con la lamina mobile completamente inserita la capacità totale è di circa 220 pF:
Non male per mezz’ora di lavoro e zero euro spesi!
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Ottimo e ben esposto, grazie .
Grazie a te!