RF Sniffer

Capita spesso di dover provare un telecomando a radiofrequenza o un trasmettitore dal funzionamento dubbio, oppure di dover verificare se nella stazione radioamatoriale sono presenti “spifferi” di radiofrequenza (per evitare le solite lamentele della vecchietta che non riesce a vedere la sua telenovela preferita). Ecco quindi che uno strumento in grado di avvisare se ci sono delle anomalie torna utile.

Il funzionamento è molto semplice: la radiofrequenza rilevata dall’antenna entra in un duplicatore di tensione formato dai due condensatori da 1 nF e dai due diodi. Il segnale audio rivelato viene prelevato dal partitore resistivo – il cui potenziometro ha la funzione di regolare la sensibilità dello strumento – e inviato al transistor che, passando dallo stato di interdizione a quello di saturazione, collega la massa del circuito integrato, del buzzer e del led al polo negativo della batteria consentendogli di emettere l’avviso sonoro e visivo.
Ho preferito usare i diodi al germanio per via della loro bassa caduta di tensione (0,2 volt contro i 0,6 di quelli al silicio). Ne risulta uno strumento più sensibile ai deboli segnali. In caso di difficoltà di reperimento si possono usare i diodi Schottky 1N5711.

Il transistor come interruttore

Avendo la necessità di far scattare “l’allarme” solo in presenza di radiosegnali, ho pensato di sfruttare il transistor come interruttore per attivare il circuito integrato. Questo semiconduttore infatti per passare allo stato di saturazione necessita di almeno 0,6 volt sulla base. In questa condizione la giunzione collettore-emettitore è praticamente in corto-circuito; dal punto di vista circuitale è come se fosse un interruttore chiuso. Se viene a mancare la tensione sulla base accade l’esatto contrario: il transistor entra nello stato di interdizione e la giunzione collettore-emettitore può essere paragonata ad un interruttore aperto.
La cosa può facilmente essere verificata con un tester in modalità prova diodi. Applicando il terminale positivo al collettore, il terminale negativo all’emettitore e applicando una tensione sulla base i due terminali risulteranno in corto e il tester lo notificherà.

Anche se può sembrare insolito il transistor montato non si è guastato né si riscalda durante l’utilizzo.
Lo schema spiega le cose meglio di mille parole:

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L’antenna

Per captare i radiosegnali ovviamente serve un’antenna. In questo caso è costituita da un filo del diametro di 1 mm (anche superiore va bene, serve per non farlo deformare facilmente) con un capo saldato al connettore e l’altro ripiegato in modo da formare un cerchio di 5 cm di diametro. Il lembo sovrapposto si deve bloccare in modo che il cerchio resti chiuso. Le dimensioni sono contenute e di conseguenza lo è anche la portata, per aumentarla si deve montare uno stilo di lunghezza maggiore.

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Il doppio multivibratore

Per ottenere un allarme sia visivo che sonoro ho usato un NE556, che altro non è che un integrato equivalente a due NE555 con l’alimentazione in comune.
Il primo oscillatore genera una frequenza di circa 800 Hz, il secondo circa 7 Hz. Quest’ultimo attiva a tempo il led posto in parallelo alla sua uscita e il pin di reset del primo multivibratore generando così un allarme audiovisivo intermittente.
Di seguito lo schema elettrico, anche nella versione con due NE555:


Questo è lo strumento alloggiato nel suo contenitore ricavato da una scatola di cotton-fioc:

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Miglioramenti

È possibile ottenere prestazioni migliori dal rilevatore seguendo questi passi:

  1. sostituire l’antenna con uno stilo di lunghezza maggiore. La sensibilità a lunga distanza è direttamente proporzionale alla sua lunghezza
  2. montare un amperometro con 100 uA di fondo scala tra il partitore di tensione e la resistenza da 220 ohm. Questo strumento permette di leggere l’entità della radiofrequenza presente al momento della misura
  3. sostituire il transistor con uno al germanio (2N78 ,2N708, AC127, AC187, OC139 ecc…). Infatti per portarlo in conduzione sono sufficienti 0,2 volt sulla base contro i 0,6 dei modelli al silicio. Questo permette di rilevare presenze di radiosegnali anche molto deboli. Non importa se è per RF o BF, l’importante è che sia di tipo NPN
  4. usare un connettore per antenna apposito, come il BNC o il PL. Per semplicità ho usato un jack per cuffie collegato al circuito tramite un semplice filo elettrico; funziona bene, ma montare un connettore adatto per radiofrequenza, magari unito ad un cavo RG8 o RG58, non guasta

Non è uno strumento professionale ma lo trovo utile, spero che lo sia anche per voi.

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